di Salvatore Andrea.

Gli Shores of Null sono indubbiamente una delle migliori realtà nostrane. Un sound decadente e malinconico pregno di personalità ha portato la band romano-abruzzese a uscire dal guscio e farsi conoscere in tutta Europa. Inevitabile quindi porgli qualche domanda.


1 – Sono passati due anni dall’uscita di “Quiescence” e tutt’ora rimane una delle migliori uscite nell’underground italiano. Vi aspettavate reazioni così positive?
Davide:
Migliore di sempre dici? Aahahahah. Beh, ti ringrazio. A dire il vero non sapevamo cosa aspettarci all’inizio, ma piano piano abbiamo visto che l’attenzione nei nostri confronti era crescente e le reazioni estremamente positive. Era quello che speravamo.

2 – Venite tutti da esperienze e gruppi diversi. Come è nato il progetto?
D:Sì, in particolare io e Gabbo proveniamo rispettivamente da Zippo e The Orange Man Theory, con cui abbiamo condiviso anche dei tour circa 6-7 anni fa. Proprio da uno di questi tour nacque una prima intenzione di formare un progetto che si discostasse il più possibile dal sound delle nostre band di origine, qualcosa che suonasse in qualche modo “gotico”, era proprio questo il termine utilizzato nelle nostre fantasie. Io e Gabbo infatti condividiamo una visione musicale molto simile e siamo sempre stati in fissa con band come Sentenced, Amorphis, Anathema, Katatonia, tanto per dirne alcuni. Questa idea rimane nel cassetto fino al 2012 o giù di lì, quando Gabbo mi contatta dicendo che aveva scritto dei pezzi insieme a Raffaele (all’epoca nei Mens Phrenetica), chiedendomi di unirmi al progetto. I pezzi erano talmente fighi che accettare è stato obbligatorio. Dopo alcuni provini siamo finalmente riusciti a mettere su la band, reclutando Emiliano Cantiano alla batteria (Noumeno, Embrace Of Disharmony), e Matteo Capozucca al basso (Il Grande Scisma D’Oriente).

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Shores of null

3- Come siete entrati in contatto con la Candlelight Records?
D:Nella maniera più classica possibile. Una volta avuto in mano il master del disco, abbiamo stilato una lista delle dieci label dei sogni, quelle che dici “tanto non risponderanno mai ma ci provo lo stesso”, e le abbiamo contattate. Qualora questo tentativo non fosse andato a buon fine, avremmo ripiegato su etichette più piccole e underground. Ma magicamente Candlelight risponde alla nostra mail comunicandoci che trova il nostro disco eccezionale ed offrendoci un contratto.

4 – Attraverso i vostri canali social abbiamo letto che il prossimo album è praticamente finito. Suonerà più o meno come il debutto? O avete mirato ad altre influenze?
D:Esattamente, il nuovo album è pronto ed in questi giorni praticamente lo stiamo ascoltando in loop. Siamo molto soddisfatti del risultato finale, c’è stato un bel lavoro di squadra dietro, a partire dalle pre-produzioni. Chi ha amato “Quiescence” lo apprezzerà molto, ovviamente le atmosfere che permeavano il nostro debut saranno presenti anche qui, trovo abbia una forte coerenza stilistica tra le tracce, forse qualche elemento “blackened” in più, diversi approcci vocali, cambi di tempo, inserti acustici. Ho già detto troppo.

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On stage | © Isabella Latini

5 – La vostra musica mostra un aspetto molto emotivo e malinconico. Su quali stili vi piacerebbe descrivervi?
D:Esternare questo tipo di sensazioni è il mio modo naturale di esprimermi, per me “gothic”, “doom”, “black” o “death” sono solo dei termini che aiutano a capire l’ambito in cui ci muoviamo, ma in realtà la nostra identità è a metà strada. Alcuni citano il grunge di Seattle riferendosi al mio modo di armonizzare le voci, il paragone con gli Alice In Chains è quasi una costante ormai, per quanto non sia una cosa cercata o voluta. Tuttavia se 7 persone su 10 sentono una cosa, dev’esserci un fondo di verità.

6 – Di cosa parlano i vostri brani? Ci sono esperienze vissute attivamente o passivamente che vi hanno influenzato nella scrittura?
D:Tutto ciò che ci circonda è un influenza, e non potrebbe essere altrimenti. I nostri brani parlano di battaglie personali ma anche di storie vissute da altri, sono inni al dolore, un’iniezione di malinconia, sono idee che nascono dopo aver visto un film o letto un libro, dopo aver esplorato luoghi, conquistato o perso qualcosa. È un modo di scrivere totalmente viscerale.

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7 – Sono rimasto molto colpito dai vostri tre video estratti dal debut. Tre storie differenti ma ben raccontate attraverso l’arte visiva, in particolare su “Ruins Alive” si nota anche una certa tradizione legata al territorio. Su quali concept sono state basate le idee dei video?
D:Il nostro primo video per il brano “Kings Of Null” è un’animazione realizzata da Stonino (bassista degli Zippo) e rappresenta un ciclo vitale dalla nascita alla morte, in una caduta libera che è la vita. “Quiescent” e “Ruins Alive” invece portano entrambi la firma di Sanda Movies, dalla mente brillante di Martina Lesley Guidi, straordinaria interprete delle nostre visioni. Entrambi sono stati girati in Italia, nella provincia di Viterbo, in particolare in “Ruins Alive” si vede chiaramente Civita Di Bagnoregio, nota anche come “la città che muore”, location a dir poco suggestiva. Il brano è ispirato al terremoto che ha colpito L’Aquila e provincia, non ci sono riferimenti palesi e non l’ho mai dichiarato pubblicamente prima d’ora, ma questa mi sembra la sede più opportuna.

8 – La band è romana ma tu sei abruzzese, che influenza ha avuto su di te il fatto di essere nato qui?
D:Per me l’Abruzzo è casa, da 30 anni dal mio terrazzo vedo la Majella, ed è sempre lì. Sono cresciuto in una realtà di paese e questo ha fatto crescere in me un forte desiderio di esplorazione. Viaggio spesso ma sono molto legato alla mia terra, e quando posso cerco di esplorare le zone interne, i piccoli borghi, gli eremi, le montagne, è qualcosa che mi dona una pace interiore immensa. L’Abruzzo sarà anche la cornice utilizzata per alcuni scatti fatti per il prossimo album ed uno dei nuovi brani è ispirato ad una storia condivisa proprio da Gotico Abruzzese tempo fa. Quindi, rispondendo alla tua domanda, l’influenza c’è ed è forte.

kings of null

9 – L’attività live procede con una certa costanza. Siete reduci dall’esibizione all’Inferno Metal Festival in terra norvegese, come è andata? Il pubblico ha reagito positivamente?
D:È stata un esperienza incredibile, suonare ad un festival così prestigioso a soli 3 anni dalla nostra formazione è stato un onore immenso. Il pubblico ha reagito alla grande e siamo certi di aver lasciato il segno.

10 – C’è qualche tour in programma prossimamente? In questi periodi ci sono state band che vi hanno impressionato?
A settembre partiremo per due settimane in compagnia di Novembre e Isole. Toccheremo Italia, Grecia, Bulgaria, Romania, Slovacchia, Austria, Germania e Repubblica Ceca. Sarà il nostro terzo tour europeo, dopo quelli con Doomraiser (febbraio/marzo 2015) e con Hooded Menace / Mourning Beloveth (dicembre 2015). Una band che ci ha impressionato negli ultimi tempi sono i Selvans, tra l’altro abruzzesi, che a mio avviso meritano tutta l’attenzione che stanno ricevendo.


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Vivo a Sulmona (AQ), dove sono nato e dove da qualche anno ho deciso di tornare a vivere. Mi occupo di web content e redazione di articoli, saggi e sceneggiature. Dall'autunno del 2013 sono inoltre editor di Gotico Abruzzese, un progetto nato con l'intento di raccontare un Abruzzo onirico e fuori dall'ordinario.