[Articolo a cura della pagina Facebook Blu Sulmona.]
“Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?» – «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»” – dal Vangelo di Marco
Le omelie incentrate sugli episodi del Cristo furono diffuse a Sulmona grazie ai crociati che, al ritorno dalla Terra Santa, iniziarono a divulgare la drammaturgia bizantina legata alla Passione di Cristo. Già nel 1300 la confraternita dei trinitari, oggi promotrice della processione del Venerdì Santo, operava nel territorio peligno fornendo assistenza sanitaria ai viandanti.
La struttura del corteo processionale del Venerdì Santo è illustrata negli Statuti trinitari del 1821, ma la prima processione è comparsa solo 6 anni dopo, il 13 aprile 1827, e da allora è rimasta pressoché immutata.
Posato accanto al Cristo morto l’ultimo dei trentatrè garofani rossi, i trinitari attendono l’imbrunire dentro la Chiesa della Trinità.
Solo al dissolversi dell’ultimo riverbero di luce, il cigolante portone di legno si spalanca e i trinitari, vestiti con il saio rosso, invadono Corso Ovidio. Al loro avanzare, un velo di angoscia avvolge angoli, vicoli e balconi della città.
L’andatura lenta ed ondeggiante dei sai rossi ipnotizza la folla che sembra svegliarsi dallo stato di catarsi solo al passaggio dei simulacri; con riverenza i cittadini portano la mano destra sulla fronte e, nell’ossequioso silenzio, si fanno il segno della croce.
Aprono il corteo i portatori dei fanali sorretti da un cingolo di cuoio con fibbia, detto “cinto”, stretto alla vita del portatore. La particolare disposizione della seconda fila di lampioni, impugnati dai portatori con fazzoletti bordati a lutto, prende il nome di “Quadrato”. Al centro di questa sequela, vi è il “Tronco”, la grande croce foderata di velluto rosso ed adornata con tralci di vite in argento, ricchi di grappoli d’uva.
Seguono altri fanali allineati in modo corrispondente a quelli sistemati alla testa del corteo. Osservando la struttura della processione dall’alto si nota che la figura composta dalla disposizione dei lampioni e del Tronco disegna due T.
Dopo la seconda fila del Quadrato, si allungano due file parallele di fanali che precedono il Coro. Un appassionante Miserere, composto nel 1913 dal maestro sulmonese Federico Barcone e da Raffaele Scotti, è intonato dai 100 sai rossi. Le voci dei tenori sovrastano il brusio della folla e, accompagnate dalle due suggestive marce funebri, si diffondono in lontananza così da consentire anche agli assenti di ascoltare quel canto ieratico.
Una delle marce funebri è stata composta dal maestro Francois Chopin, mentre l’altra, con il titolo “Una lagrima sulla tomba di mia madre”, dal maestro sulmonese Alberto Vella. La melodia dolorosa echeggia nei vicoli del centro storico e fa da guida ai più ritardatari che, seguendola, intuiscono in quale angolo si trova il corteo processionale.
A volte i musici e il Coro si interrompono per qualche minuto, ed è in questi istanti che è possibile cogliere una delle più caratteristiche sfumature della processione, lo “struscio”.
I trinitari, infatti, camminano, in segno di penitenza e di invocazione di misericordia, con le suole delle scarpe a terra, così incedendo creano un sottile rumore che tende a confondersi e mescolarsi con la musica della banda.
La marcia funebre è poi seguita dai simulacri del Cristo morto e della Madonna addolorata.
La statua lignea del Cristo morto è quella originale del 1750, a realizzarla fu un anonimo artista napoletano. La sera del venerdì santo viene adagiata su un lettino ornato agli angoli da 4 angioletti d’argento. Ogni angelo richiama diversi simboli della passione come il calice dell’ultima cena, la corona di spine, la lancia, la canna con la spugna dell’aceto offerta al crocifisso, i chiodi, il gallo testimone del rinnegamento di Pietro e la scala usata da Giuseppe d’Arimatea per deporre il corpo di cristo dalla croce.
Il lettino funebre è assicurato su di un catafalco rivestito da un prezioso drappo di velluto nero ricamato con pregiati fili d’oro.
La Madonna addolorata procede immediatamente dopo il letto di morte del figlio. E’ vestita di un abito a lutto e, con un pugnale infisso nel cuore, evoca le parole profetiche di Simeone nel tempio “sicché una spada trapasserà la tua anima”.
Qualcuno ha memoria di una nobildonna sulmonese che, in passato, procedeva al seguito della Vergine addolorata. La donna, vestita anche lei a lutto e con il viso coperto da un lunghissimo velo nero, ripeteva il voto tacito ed umile delle genealogie passate della sua famiglia. Si ricordano Claudia de Letto (1769.1840), Francesca de Letto ( 1815- 1883) ed infine la moglie di Gentile Mazara.
Quando la processione giunge in piazza Garibaldi avviene un simbolico scambio tra i membri della confraternita della trinità e quelli della tomba. Al confine di competenza territoriale tra le due confraternite, sito in prossimità dei tre archi dell’acquedotto, le statue del Cristo morto, della Madonna e il Tronco vengono prima cedute dai trinitari ai lauretani e, poi, da quest’ultimi restituite ai primi al ritorno del corteo da Porta Napoli.
Con l’arrivo della processione nella piazza della Tomba, una cascata di fuoco travolge la facciata della Chiesa provocando sussulto e trepidazione tra i presenti che appaiono scossi e, quasi, rabbrividiti da una tale tragica spettacolarità.
Senza memoria restano i tempi in cui i trinitari, in segreto, si allietavano bevendo del vino; tale usanza popolare fu vietata dal vescovo perché motivo di “pertubationis, risus, lasciviae”.
Segui Melissa e Serena anche sulla pagina Facebook @Blu Sulmona.
I¦ve been exploring for a bit for any high quality articles or blog posts on this sort of house . Exploring in Yahoo I at last stumbled upon this web site. Studying this information So i am happy to show that I’ve an incredibly good uncanny feeling I discovered just what I needed. I so much definitely will make sure to don¦t forget this site and provides it a glance on a continuing basis.
I am really impressed with your writing skills as well as with the layout on your weblog. Is this a paid theme or did you customize it yourself? Either way keep up the nice quality writing, it’s rare to see a nice blog like this one these days..
Very interesting subject, thankyou for putting up. “Ok. Sex is fine. Sex is good. Sex is GREAT Okay, okay, we need men for sex… Do we need so many” by Sybil Adelman.
I’m not sure exactly why but this web site is loading extremely slow for me. Is anyone else having this problem or is it a issue on my end? I’ll check back later on and see if the problem still exists.
I really enjoy reading through on this website , it contains excellent articles.
Needed to write you this little note so as to say thanks over again on your spectacular information you’ve shown on this site. This has been really remarkably open-handed of people like you to convey without restraint what exactly a number of people might have supplied as an e-book in making some money on their own, most notably considering that you could have done it in the event you decided. The techniques also worked like a fantastic way to comprehend many people have a similar fervor just like my personal own to figure out whole lot more concerning this issue. Certainly there are thousands of more pleasurable sessions in the future for individuals who take a look at your blog post.