Selvans Haruspex

Selvans Haruspex & Sethlans Fulguriator

Natura, occultismo, paganesimo e divinità scomparse: la musica dei Selvans, formazione atmospheric black metal abruzzese, racchiude in se ognuno di questi temi e li fa propri in un perpetuo gioco a metà tra il mito della tradizione popolare e quello storico e più atavico dei popoli italici. Attualmente la band è alle prese con la promozione del loro primo album, Lupercalia, che segue il buon successo del loro primo EP Clangores Plenilunio. Potevamo quindi non intervistarli?


Risponde Selvans Haruspex – mastermind, tastiere, voce, strumenti antichi, programming

1. C’è una ragione specifica per la quale avete scelto di intitolare il vostro moniker (Selvans) al dio etrusco delle foreste?
Da Dante a Teutoburgo, in ogni storia c’è una foresta, figurata o reale che sia. Il nostro è un progetto dalle varie facce, sia dal punto di vista sonoro che da quello visivo attingiamo da una moltitudine di epoche e culture diverse narrando di fatti che possono essere visti sia sotto la lente del mito che sotto quella della realtà; per questo riteniamo che una divinità legata alla natura e ad un luogo che nei secoli è destinato a rimanere immobile (uomo permettendo) e immutato come la foresta rappresenti il giusto scenario per le storie narrate dalla nostra musica. E’ una sorta di filo conduttore.

2. Parlateci delle tematiche affrontate nelle vostre canzoni e di come usualmente nasce un pezzo dei Selvans.
Entrambi annotiamo musica in continuazione, utilizzando i metodi di scrittura più disparati. Solitamente i pezzi nascono da me e vengono sviluppati utilizzando il materiale raccolto in precedenza. Le tematiche fino ad ora hanno riguardato principalmente i culti e il folklore italico dall’antichità ad epoche più recenti, soffermandoci sui lati più oscuri di entrambi.

folk metal

Selvans, live set

3. Che cosa ascoltate durante la giornata?
Siamo dei gran ‘metallari’ ma non disdegniamo rock, blues, drone, classica, jazz, electro, neo-folk e altro.

4. Vi rivolgete spesso al vostro pubblico in inglese sui profili social e sul vostro sito, ma nel vostro primo EP prediligete liriche in italiano, scelta non ordinaria per un gruppo black metal. Qual è stata la ragione di questa scelta?
Per il momento cerchiamo di alternare testi in inglese e in italiano, con l’uso di alcuni dialetti e del latino. Ci sono delle espressioni che in inglese, per quanto più ‘fruibili’ per un pubblico internazionale, non avrebbero la stessa scorrevolezza e quindi usiamo l’italiano. In ogni caso non siamo troppo interessati a far conoscere al pubblico ciò di cui parliamo nei nostri testi.

5. I costumi adottati per i vostri live show sono molto curati e originali. Da chi sono stati realizzati e a cosa vi siete ispirati per confezionarli?
Nascono da una mia idea sviluppata dal nostro costumista Attilio. Si ispirano alle figure degli Aruspici e dei Folgoratori della tradizione etrusca e al mito degli Hirpi Sorani, che dà il nome anche ad un pezzo dell’album.

Selvans

Selvans

6. Sta per uscire il vostro primo album, parlateci un po’ di questo nuovo lavoro.
L’album è composto da cinque suite di atmospheric black metal. I testi parlano di malefìci e mutaforme nella tradizione antica romana ed etrusca, di corsi d’acqua sacri, di orchi del folclore del centro Italia e di guerra dal punto di vista di chi non troverà mai menzione nei testi di storia. E’ un album epico ma dai toni tragici, aleggia un clima ‘pesante’. Chi all’ascolto salterà sul tavolo con il corno pieno di birra urlando cori di bestemmie, come al solito, non avrà capito nulla.

Lupercalia - 2015

Lupercalia – 2015

7. Avete in programma un tour per promuovere il nuovo lavoro?
Cercheremo di portare ‘Lupercalia‘ ovunque. Con l’EP ‘Clangores Plenilunio‘ siamo riusciti a toccare un buon numero di città Italiane: la risposta è stata stupefacente per cui torneremo sicuramente in quelle e in altre regioni. Abbiamo diverse date confermate da Novembre in poi, alcune anche all’estero. Al momento le uniche annunciate sono quelle del mini-tour Italiano degli Shining, in compagnia dei Darkend: Roma 05/11, Brescia 06/11, Bologna 07/11

metal italia

8. Parte del nostro lavoro è rappresentato dal raccontare l’Abruzzo non convenzionale, quello cioè visto dagli occhi di chi ci è nato e lo vive quotidianamente. Se i Selvans dovessero descrivere la propria città o questa regione come la racconterebbero?
L’hai detto! Non ci interessa l’Abruzzo convenzionale, ci piace andare a fondo, quindi daremmo voce all’anziana signora che la mattina va in chiesa e la sera invoca i diavoli nella sua cucina o al matto del paese che ti maledice a mezza bocca e parla con gli angeli; storie che un tempo venivano bisbigliate nelle piazze di paese (seguite immediatamente dal segno della croce) e che oggi spetta a noi Gotici Abruzzesi raccontare.

9. Quanto influisce la tradizione popolare abruzzese sul vostro progetto?
Come ho già detto rappresenta uno dei volti del nostro progetto. Ricerco in continuazione testimonianze riguardanti kvlti, storie e scaramanzie della nostra regione. Sull’argomento ho una piccola biblioteca in continua espansione: sai bene che se vuoi accedere a certe informazioni devi cercarle nel cartaceo o nelle testimonianze di persone anziane, in questo senso il tuo lavoro è una risorsa importante per scovare storie di cui non avrei mai sentito parlare, un esempio di questo è il pezzo “Scurtchìn” contenuto nel nuovo album: un pezzo che tratta la figura dell’orco nel folklore abruzzese e che senza Gotico Abruzzese non sarebbe mai esistito.


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Vivo a Sulmona (AQ), dove sono nato e dove da qualche anno ho deciso di tornare a vivere. Mi occupo di web content e redazione di articoli, saggi e sceneggiature. Dall'autunno del 2013 sono inoltre editor di Gotico Abruzzese, un progetto nato con l'intento di raccontare un Abruzzo onirico e fuori dall'ordinario.