Di Valerio Fanelli.

Nel 2013 girai per lavoro diversi paesini dell’entroterra abruzzese molto belli, in una zona prevalentemente rocciosa, e ne rimasi colpito, ma ciò che più mi colpì fu un paesino diroccato in cima ad una montagna. Quel giorno potevo fermarmi, ma arrivato a casa feci alcune ricerche su internet e mi colpì  ancor più scoprire il nome del vecchio borgo “Buonanotte”.

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Da allora ci sono tornato varie volte, dentro le vie non è facile passare con le piante cresciute e le palazzine crollate sulle vecchie strade pedonali, ma le vecchie abitazioni, i mobili, i caminetti, i letti ancora rimasti mantengono il loro fascino in mezzo a tanta natura e silenzio. Abbandonato a seguito di una frana agli inizi degli anni 70, il borgo risale al XII secolo e in principio il suo nome era “Malanotte”. Esistono diverse leggende sull’origine del nome, una dice che gli abitanti persero una guerra locale e dovettero cedere le loro donne x una notte al nemico vincitore, e che, a causa di questo, per loro fu una malanotte, mentre invece per i vincitori una buonanotte.

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Un altra leggenda racconta che un re di passaggio alloggiò durante una notte di bufera e tormenta nel castello e diede il nome al posto “Castel di malanotte”, invece dopo essere tornato in una notte di mezza estate affermò di aver passato una buonanotte.

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Nel 1969 gli abitanti stufi di essere derisi sulla storia del nome, decisero di cambiare il nome in Montebello sul Sangro, nome con cui ancora oggi viene indicato l’attuale paese nuovo.

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Vivo a Sulmona (AQ), dove sono nato e dove da qualche anno ho deciso di tornare a vivere. Mi occupo di web content e redazione di articoli, saggi e sceneggiature. Dall'autunno del 2013 sono inoltre editor di Gotico Abruzzese, un progetto nato con l'intento di raccontare un Abruzzo onirico e fuori dall'ordinario.